Vento del mattino, sveglia il cuore assopito,
riporta il profumo dei giorni innocenti,
quando il tempo era gioco e il dolore non aveva nome.
Vento del meriggio, accarezza le ferite,
quelle che bruciano dentro,
quelle che ho nascosto dietro sorrisi imparati.
Vento del tramonto, insegnami a lasciare andare,
a perdonare chi non ha saputo restare,
a comprendere il silenzio di chi non ha saputo parlare.
Vento della notte, custodisci i miei sogni fragili,
portali lontano, dove l'universo non ha confini,
dove l’anima può danzare
e non avere paura.
di Giovenale Nino Sassi
@diritti riservati
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