martedì 27 gennaio 2009

DESTINATARIO SCONOSCIUTO (III)

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DESTINATARIO SCONOSCIUTO (III)
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’Stiamo vivendo un passaggio d’epoca, una biforcazione storica in cui i processi mutano profondamente di segno e spingono e richiedono assetti diversi, assetti che, tuttavia, sembrano in ritardo rispetto ai tempi’’.
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Così scrivevo, al termine degli anni ottanta, per ambientare le pagine della programmazione locale. Alla fine degli anni ottanta, dicevo, e il mio era un osservatorio non male, direi, se poi, nel succedere degli anni, i pensieri, quelle riflessioni hanno trovato concretezza.
Nel proseguo della relazione di introduzione al piano annuale e triennale aggiungevo:
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’I due processi che dominano questa grande trasformazione sembrano essere la demassificazione e la mondializzazione dell’economia e della società.
Il processo di demassificazione, sorretto fortemente dalla introduzione delle nuove tecnologie, porta alla differenzazione sociale ed individuale; al rifiuto della condizione di ‘’folla solitaria’’, di consumatore di prodotti di massa, di fruitore di servizi di massa''.
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Consentimi, adesso, di arrivare in fondo alla pagina prima di confrontare quanto veniva detto nei salotti buoni del pensiero negli anni precedenti o appena successivi alla caduta del Muro di Berlino.
E’ un esercizio che vorrei fare con te, DESTINATARIO SCONOSCIUTO, per valutare l’innovativo bagaglio di promesse che la mondializzazione del lavoro e dell’economia portava in dote e la brevità dei risultati, frutto di egoismi duri a morire, per l’incapacità dei governanti di promuovere un vero e più umano assetto sociale. Già allora era facile intuire che l’era del petrolio stava tramontando, che nuove, pacifiche risorse erano alla portata di tutti e le popolazioni povere del mondo, finalmente, potevano guardare con speranza al loro futuro, al futuro delle generazioni che si affacciavano al terzo millennio.
‘’C’è sempre più diffuso’’, scrivevo ‘’ il rifiuto ( ma è anche una condizione), del lavoro strutturato così come si presenta nella società industriale insieme alla propensione per lavori tagliati su misura, autoregolati, personalizzati, scanditi secondo ritmi personali.
Una modalità di lavoro, questa, resa possibile dagli enormi incrementi di produttività conseguenti alle NUOVE TECNOLOGIE che porta a ridurre, necessariamente, il monte lavoro formale.
Un problema che probabilmente troverà soluzione in una forte destrutturazione delle modalità di lavoro consentendo forti flessibilità per cogliere tutte le opportunità che si presentano e tutte le possibilità che potranno essere individuate
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C’è inoltre da aggiungere che le nuove tecnologie consentono e sorreggono questi indirizzi e vi è, quindi, la necessità di esprimere nuove regole formali di garanzia sociale''.
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Proseguendo aggiungevo ….
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''Il secondo processo che attraversa tutta la società contemporanea è quello di mondializzazione delle NUOVE TECNOLOGIE COMINICATIVE che mettono in relazione tutti i punti del GLOBO in tempo reale.
Questo potenziamento comunicativo ha avviato un processo di fertilizzazione culturale che ha l’effetto di destrutturare le politiche che hanno accompagnato la costituzione della società industriale.
Da un lato c’è la necessità di rivedere i confini degli Stati e il concetto di Nazione e, dall’altro osserviamo il riemergere delle società locali e dei loro valori.
E come se l’umanità, mentre cerca di elevarsi ad una comprensione più generale e completa di se, avesse bisogno di puntare i piedi sulla sua terra, sulle sue radici per il bisogno imperioso di ritrovarsi.
…i due processi di mondializzazione dell’economia e della società e di riemersione delle società locali, del mondo delle radici, che da identità, sono chiaramente individuabili nei processi reali di questi ultimi anni ( scrivo al termine degli anno ottanta) ed è altamente probabile che siano destinati ad avanzare insieme''.

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Per oggi, DESTINATARIO SCONOSCIUTO, mi fermo, esco. I soliti passi, gli amici, l’edicola, il racconto nei giornali di questa lunga e drammatica transizione verso un mondo nuovo che gli egoismi di molti respingono ma che, inevitabilmente, è scritto nel nostro domani.
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giovenale nino sassi
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Magritte.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quel masso che incombe, ha una leggerissima nuvola al di sopra...
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come sta procedendo il "rinvio"?
come quella dura pietra che è lì sospesa???
Un saluto
P.

Anonimo ha detto...

PureSwami...
il rinvio? non va bene. Ho passato la giornata a letto per uno sbalzo di pressione ( una novità assoluta)e dopodomani vado in ospedale per alcune analisi pre-ospedalizzazione. Di rinvio in rinvio vediamo se riesco a farmi operare.
Un assurdo...ma non me la sento di raccontare. Non adesso. Grazie ...
N.