giovedì 22 gennaio 2009

SENECA - LETTERE A LUCILIO

Seneca

Valutiamo pertanto con attenzione la realtà. Che in futuro possa esserci qualche male è verosimile, ma non immediatamente vero. Quanti eventi inaspettati si sono prodotti! Quanti altri, pur essendo attesi, non si sono realizzati! Ma anche se il male dovrà sopraggiungere, a che serve correre incontro al dolore? Fin troppo presto dovrai affliggerti, quando sarà venuto; intanto prefigurati eventi migliori. Che cosa ci guadagnerai? Un po' di tempo. [...] Anche la cattiva sorte è volubile: forse ci sarà, forse non ci sarà, per il momento non c'è. Mettiti quindi davanti agli occhi un avvenire migliore.
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Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, 13, 10-12

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Seneca
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Da Akatalepsia di Clelia Mazzini che ringrazio.
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Inizio la lettura delle Lettere a Lucilio
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LIBRO PRIMO - Lettera I - L'uso del tempo
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1 - Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell'agire diversamente dal dovuto.
2 - Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va.
3 - Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l'unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire.

1 commento:

Anonimo ha detto...

... Va bene! Domani andrò in libreria e acquisto i "Dialoghi". In casa ho un vecchio "Lamanna". C'è qualcosa da rileggere. Ne è passato di tempo ed ero uno studente lavoratore.
Questa storia del rinvio m’inquieta. Domani mattina andrò in Ospedale per capire. E' mancanza di serietà o altro ... ?