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Non
sono tempi spensierati i nostri. Leggiamo i giornali, guardiamo la TV,
sbirciamo con amarezza il nostro conto in banca, compriamo solo in
saldo, risparmiamo sulle cene fuori, anche se i ristoranti sono sempre
pieni, cambiamo lavoro e poi ancora e poi ancora. Fino a quando non ci
manca anche il lavoro precario che avevamo e iniziamo a cercare un
altro lavoro. E così all’infinito. Poi ci sono i debiti contratti
quando si stava meglio, perché c’è stato un periodo in cui si stava
meglio, ma sembra così lontano e sbiadito che quasi lo ricordiamo
appena.
Sono tempi di austerity e impariamo a non
crescere, a non progredire, a perdere quello che avevamo, a rinunciare,
a sopravvivere. È un destino amaro, quello dei giovani italiani, ma non ineluttabile. Le nostre vite senza ieri, il nuovo libro di Edoardo Nesi, Premio Strega 2011 con Storia della mia gente, è rivolto proprio ai giovani che, loro malgrado, vivono questo lento declino italico.
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Nesi
ha una speranza: che i giovani possano davvero cambiare le cose, che
le giovani generazioni dimentichino il loro “ieri” per affrontare con
tenacia e aggressività i loro “domani”.
Che abbiamo idee nuove che
i loro genitori non possano capire (altrimenti non sarebbero davvero
nuove), che usino la Rete per cambiare il loro mondo.
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Dove andranno i giovani di oggi ? ....più di una generazione sembra
perduta, sacrificata sull'altare del ''sistema'' che non rinuncia ai
suoi riti
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