domenica 27 settembre 2009

T.S. Eliot - Assassinio nella cattedrale

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Assassinio nella cattedrale
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(L’INNO DEL TE DEUM GREGORIANO, ALTERNATO CON QUELLO POLIFONICO, TUTTI E DUE IN LATINO, - I DUE CORI SI MUOVONO DAI RISPETTIVI LUOGHI DEPUTATI, PROCESSIONALMENTE).
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Noi Ti lodiamo, per la Tua gloria, Signore, dispiegata nelle tue creature su tutta la terra.
Nella neve, Nella pioggia, Nel vento, Nella tempesta,in tutte le creature.
Nei cacciatori, come nelle prede che sono cacciate: ché tutte le cose esistono soltanto come viste da Te. Solo, come da Te conosciuto. Tutte le cose esistono nella tua luce soltanto.
La tua gloria è dichiarata, anche da ciò che ti nega;la tenebra stessa dichiara la gloria della Tua luce.
Coloro che ti negano, non potrebbero difatti negarti,se Tu veramente non esistessi.
E la loro negazione non può non avere consistenza ché, se così fosse, essi stessi non potrebbero aver esistenza.
Essi, vivendo, ti affermano: tutte le cose viventi, Ti affermano.
L’uccello nell’aria: falco e fringuello. L’animale sulla terra: lupo ed agnello. Il verme nel sottosuolo, ed anche il verme nel ventre.
Perciò l’uomo, che Tu hai creato. Per esser cosciente di Te. Deve con coscienza lodarti.
Nel pensiero, nell’opera, e nella parola. Anche con la mano alla scopa. Anche piegando la schiena per accender il fuoco. Anche piegando i ginocchio per spazzare la casa.
Noi, le donne di Canterbury, che strofinano e spazzano.
La schiena piegata nella fatica. Il ginocchio piegato sotto il peccato. Le mani sul volto, sotto il timore,la testa piegata sotto i dolore.
Ti lodano in noi, le voci delle stagioni. Il soffiar dell’inverno. Il canto di primavera. Il ronzio dell’estate. Le voci degli animali. Le voci degli uccelli tutti, ti lodano in noi.
Noi ti ringraziamo per le Tue Misericordie di sangue. Per la tua redenzione di sangue.
Perché il sangue dei Tuoi martiri e santi. Arricchirà sempre la terra. Creando altri luoghi santi ancora. Perché dove un santo ha abitato, dove un martire ha dato il suo sangue, per il sangue di Cristo.
Là. il luogo è santo, e la santità non si partirà mai di là.
Se pure degli eserciti sarà calpestato, se pure verranno, con le guide, a visitarlo, i turisti!
Da dove i mari dell’Ovest rodono la costa di Iona. Sin dove si muore in pieno deserto.
Sin dove si prega nei luoghi obliati presso la rotta colonna imperiale. Da quel suolo scaturisce, per sempre, ciò che rinnova la terra.
Se pure, per sempre, si rinneghi la fede. Per ciò, noi ti ringraziamo, o Dio, che, a Cantebury, hai dato una benedizione totale.
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Tra il Cantico delle creature di San Francesco di Assisi e questo moderno cantico di T.S. Eliot corrono oltre settecento anni. Al posto della ingenua e fresca immediatezza del componimento del poverello di Assisi in Eliot troviamo un contenuto più sofferto, scavato nel pensiero, che si nutre di razionalità e tende a dimostrare la necessità di onorare Dio più che come un bisogno del cuore come un'esigenza della mente.
Abbiamo detto che tra san Francesco e T.S. Eliot corrono oltre settecento anni - con tutto quanto la cosa può significare in fatto di maturazione del pensiero e del gusto - ma soprattutto ... in Eliot c'è il dramma di due guerre mondiali, c'è la crisi della civiltà contemporanea. ... E' per questi motivi che il poeta, non più pago delle sole ragioni del cuore, sente il bisogno di affidarsi anche alle ragioni della ragione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

è sempre bello sentire, vedere e parlare d'arte! Sotto qualsiasi veste si presenti!