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La città che Ungaretti conosce, l'Alessandria d'Egitto dove
era nato nel 1888, ogni giorno, all'alba, si riempie di luce e in quel
momento tutto è come rapito, in uno stato di stupore commosso, quasi
ascetico
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SILENZIO
di Giuseppe Ungaretti
Mariano il 27 giugno 1916
Conosco una città
che ogni giorno s’empie di sole
e tutto è rapito in quel momento
Me ne sono andato una sera
Nel cuore durava il limio
delle cicale
Dal bastimento
verniciato di bianco
ho visto
la mia città sparire
lasciando
un poco
un abbraccio di lumi nell’aria torbida
sospesi
.
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Il
poeta in una sera del lontano giugno 1912 lascia la sua terra,
portando nel cuore il canto interminabile delle cicale che assorda e
rode dentro come una "lima". E dalla bianca nave che lo porta verso
l’Italia, vede a poco a poco sparire, come in un abbraccio d’addio, le
luci della città a lui tanto cara anche a causa della foschia prodotta
dal caldo.
Il ricordo della città natale Alessandria
per sempre persa e per sempre ritrovata per via di poesia, è
l’espressione di un ritorno nostalgico verso una città sospesa in una
solarità radiosa che il poeta ha lasciato una sera d’estate, vedendola
sparire come in un ultimo abbraccio di luci.
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'Group of artists' (the poet Appolinaire in the middle) |
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