mercoledì 23 luglio 2008

L'INFINITO - Giacomo Leopardi



Sempre caro mi fu quest’ermo colle
e questa siepe che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni e la presente
e viva, e il suon di lei: Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi è bastato leggere il primo verso e me la sono ricordata tutta a memoria. Meno male che ho avuto la fortuna di "doverle" imparare a memoria queste poesie a scuola (non so se funziona ancora così alle medie), perchè rimangono nel cuore per la vita.