mercoledì 3 settembre 2008

1968, Marcuse e l'immaginazione al potere

Pieter Bruegel
Erbert Marcuse riporta alla mente il ’68,… l’immaginazione al potere, il rifiuto dei modelli di vita vigenti, … la filosofia che apre all’immaginazione …
Posso dire : ‘’io c’ero’’ . A modo mio ma c’ero.
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Il 1968 fu un'anno lunghissimo... e che anno !
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Ricordo l’invasione della Cecoslovacchia… le truppe dell'Unione Sovietica che invadevano la Cecoslovacchia governata dal riformista Alexander Dubcek: finiva così la Primavera di Praga, una stagione di riforme che cercava di creare un "socialismo dal volto umano".
Ricordo soprattutto Jan Palak, il giovane studente cecoslovacco che per protesta si diede fuoco in piazza San Venceslao, a Praga , davanti alle truppe sovietiche.
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Ricordo la protesta degli studenti americani contro la guerra del Vietnam, L’assassinio di Bob Kennedy , la battaglia per i diritti civili e l’assassinio, a Memphis, di Martin Luther King ( I have a dream)…
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Il vento nuovo del ’68 portava il rifiuto radicale ai principi della società capitalista, la controcultura, Bob Dylan e Joan Baez… le canzoni dei Beatlese e, qui in Italia, la poesia e le canzoni di Fabrizio de André....il mito di Ernesto Guevara detto "Che" ....
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Il maggio parigino e Daniel Cohn – Bendit, lo studente leader della contestazione studentesca.
In Italia, la battaglia di Valle Giulia, a Roma,
A questo proposito ricordo la poesia di Pier Paolo Pasolini, :
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"Quando a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti io simpatizzavo coi poliziotti. Perché i poliziotti sono figli dei poveri"……
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"Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri".
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C’era una volontà di cambiamento radicale, il rifiuto di ogni forma repressiva ; la ricerca di una società più autentica, veramente libera, dominata dalla fantasia e dall'arte come dimensione fondamentale di ogni forma di convivenza.
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… Era iniziato con il terremoto che devastò il Belice, in Sicilia. Interi paesi rasi al suolo, cancellati, centinaia di morti, migliaia di senza tetto. Un anno lungo, lunghissimo… tutto da rileggere e interpretare.
Pieter Bruegel


2 commenti:

Anonimo ha detto...

<< C’era una volontà di cambiamento radicale, il rifiuto di ogni forma repressiva; la ricerca di una società più autentica, veramente libera, dominata dalla fantasia e dall'arte come dimensione fondamentale di ogni forma di convivenza. >>

Giusto.
Una voglia che, mi pare, sia stata sostituita dalla "assuefazione", dall'"omologazione"... che persino nelle arti, nella musica... mi pare...
Errori tanti, forse; ma la spinta di allora ha portato molto in avanti, comunque, il Paese.

Anonimo ha detto...

Sono daccordo
Non fosse per il terrorismo (sob !) che poi è seguito servirebbe un nuovo '68 per ritrovare percorsi di vita nuova, speranza, futuro. Servirebbe non commettere gli errori, numerosi, di allora. Troppi gli errori.

Il tempo, questo ultimo, sembra voler riavvolgere gli anni per tornare ad una delle sue tante ''origini'' ... quale? vedremo !
Ciao e grazie per la visita.
GSN