giovedì 21 agosto 2008

AUTORITRATTO


Autoritratto
difficile esercizio
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Ciao Clelia
Ho letto la prefazione di ‘’ Elogio della fuga ‘’, il libro di Henri Laborit e le prime due pagine, dico due… quanto basta per una prima riflessione.
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Scrive Laborit :
’ ….ebbene, questo programma genetico, nell’Uomo fa capo a un sistema nervoso, strumento dei suoi rapporti con l’ambiente circostante inanimato e animato, strumento dei suoi rapporti sociali, dei suoi rapporti con gli altri individui della stessa specie che popolano la nicchia dove nascerà e si svilupperà. ‘’
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Difficile esercizio, dicevo, il mio .
In qualche modo ho affrontato il tema in ‘’Stanca è la notte’’ (la poesia) …..ora che ‘’ ….. il sartiame non regge l’albero’’
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Sono cresciuto in luoghi diversi e la fatica di dover ricominciare.
Ecco l’elenco:
la mia città natale, quella delle origini e poi Roma, Spoleto,Trevi, Terni, Zurigo, Viterbo, Roma, Spoleto, Zurigo, Luino e dintorni, nuovamente Spoleto . Tutto questo nei primi 30 anni di vita, quelli che formano l’uomo tra gli altri.
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Sempre in cerca della ‘’Terra promessa’’ arrivo ad oggi, a questo presente : ’Partirò domani o domani dopo, alla ‘’deriva’’, in cerca di un refolo di vento. Pensieri incartati, deboli, raccolgono la sera: questa sera immobile.’’
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‘’ Fin da allora ‘’ aggiunge Laborit a proposito della formazione dell’individuo ‘’ si troverà interamente sottomesso all’organizzazione della nicchia, che penetrerà e si fisserà nel suo sistema nervoso secondo le caratteristiche strutturali di quest’ultimo.’’
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Difficile nel mio caso trovare un punto unitario, luogo origine del tanto vissuto. Il mio è stato un andare di terre in terre; un andare fatto di salite e discese , di rare ombrose pianure, deserto.
Un andare in cerca della terra che non c’è che poi è l’orizzonte dei giorni che si succedono, inarrestabili. Albe e tramonti; giorni che muoiono per risorgere sempre nuovi… bellissimi !
La bellezza ! cercare tutto ciò che è vero, che è giusto, cercare la bellezza per amare. Ecco, l’amore è la grande sfida.
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Sono a pagina due di ‘’Elogio della fuga ‘’ … il libro sembra complesso ma adatto al confronto delle idee e delle esperienze vissute.
Sembra possedere una sua saggezza e c’è sempre , in umiltà, da apprendere.

‘’Quando non puoi più lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, ‘’ scrive Henri Laborit ‘’ il veliero ha due possibilità: l’andatura di cappa ( il fiocco a collo e barra sottovento) che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela ‘’
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Il sartiame della mia imbarcazione provato dalle tempeste non regge l’albero e la vela strappata dal vento degli oceani richiede cure.
Riprenderò il viaggio domani o domani dopo alla ‘’deriva’’, in cerca di un refolo di vento. Userò la scassa …...andrò via con la randa e il fiocco verso l’ultimo orizzonte in cerca della terra che non c’è …ma irraggiungibile c’è …. la verità, la giustizia,la bellezza, l’amore per la gente e le cose.
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GRAZIE per i sugerimenti…
Proseguo la lettura … poi ti dico. Buona giornata, GSN

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho trovato navigando, come succede, questo blog affascinante.

Approfitto del "difficile esercizio" che comporta la lettura dell'Elogio della fuga" (ho letto il libro molto tempo fa.. e l'ho ricordo ancora molto intensamente, perchè spesso ho voglia di fuggire e non posso...), per inviare i miei complimenti per tutto: testi, poesie, quadri, immagini..

Leggerò con molta curiosità!

Anonimo ha detto...

... taglia e incolla...
scrivi e rileggi! così, un
"l'ho trovato" non diventa un
"l'ho ricordo"!!!!

I'm sorry!

Anonimo ha detto...

Ciao Ho visto questo dipinto! Sono io l'autrice, mi fa piacere che l'hai messo nel tuo blog!Mi piacerebbe sapere se l'hai tovato sul mio blog o l'hai fotografato alla mia galleria all'isola d'Elba. Un saluto!
Ps: il mio blog è: http://gopalartegallery.blogspot.com