lunedì 18 agosto 2008

Furti d'arte : la top ten dei capolavori scomparsi


Le cercano.
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A volte anche per decenni. Senza mollare mai. Senza perdere la speranza. Sanno che alcuni fascicoli aperti non verranno mai chiusi, ma la caccia alle opere d'arte rubate e ai sempre troppo numerosi Arsenio Lupin non si ferma.
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Dieci i capolavori rubati e mai ritrovati che hanno la massima priorita' nelle ricerche.
In cima alla lista c'e' la Nativita' del Caravaggio, segue il Bambinello dell'Ara Coeli, quindi il Ritratto di donna di Klimt, Ecce Homo di Antonello da Messina, la Madonna dell'orto di Giovanni Bellini, la Sacra Famiglia del Garofalo, la Madonna del Cucito di Francesco Cozza, una sanguigna di San Giovanno Battista di Leonardo, la Vergine, il Redentore e San Francesco d'Assisi in preghiera di Mattia Preti, il Martirio di sant'Erasmo di Poussin.


LA NATIVITA' - Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 alcuni ladri entrano nell'Oratorio di San Lorenzo a Palermo e rubano un grande quadro che sta sull'altare maggiore dall'ottobre del 1609. E' una tela della Nativita' coi Santi Lorenzo e Francesco, ed e' l'ultima opera dipinta in Sicilia dal Caravaggio che, subito dopo, parte per Napoli (nel luglio dell'anno seguente l'artista morira' su una spiaggia di Porto Ercole, in Toscana). A tutt'oggi il quadro non e' stato recuperato, e molti ritengono che possa essere andato distrutto gia' da molto tempo. Forse. Ma del "Caravaggio" perduto ogni tanto si torna a parlare, e oggi sappiamo molte cose. Sappiamo ad esempio, che uno dei ladri e' stato Francesco Marino Mannoia, appartenente alla famiglia mafiosa dei Bontade e "collaboratore di giustizia". In una udienza del 5 novembre '96, relativa al "processo Andreotti", Mannoia racconta come e' avvenuto il furto: la tela e' stata staccata dalla cornice con una lametta da barba e poi arrotolata per trasportarla meglio. Aggiunge che queste operazioni l'hanno molto rovinata e che quando l'acquirente l'ha vista si e' messo a piangere. Conclude affermando di aver distrutto il quadro, perche' ormai invendibile. Ma la notizia piu' clamorosa la riferisce Giovanni Brusca, altro mafioso pentito, come Mannoia. Brusca dice che la mafia, dopo le leggi speciali seguite alla morte di Falcone e Borsellino nel 1992, ha cercato di "trattare" con lo Stato italiano: opere d'arte trafugate, tra cui la tela di Caravaggio, in cambio della modifica del 41bis, un articolo di legge che impone ai mafiosi il carcere duro, impedendo loro ogni comunicazione con l'esterno. Ma non se ne e' fatto nulla, ovviamente. Pochi anni dopo un altro pentito, Salvatore Cangemi, dichiara che il quadro e' ancora in possesso della mafia, che lo "espone" durante i summit come simbolo del suo potere. I Carabinieri pensano, pero', che la Nativita' sia finita all'estero. "Un po' ci sgomenta la notizia, come nel caso della Nativita' del Caravaggio, di un possibile danneggiamento delle opere rubate. In realta' la nostra segreta speranza e' che il quadro sia nella cantina e nel caveau di qualcuno che lo ammira in perfetta solitudine".


IL BAMBINELLO - Per ben quattro secoli consecutivi si era "affacciato" sulla scalinata dell'Aracoeli per la benedizione alla citta' nel giorno della Befana. Ma una fredda sera di inverno di inizio '94 tre sconosciuti, forse tre "balordi", sapendo che tra le 19 e le 20 i frati si raccolgono in preghiera, scalano le impalcature del Vittoriano, entrano nelle stanze dei religiosi e si portano via la statuetta del XV secolo con la sua corona di gioie, le babbucce e lo spillone d'oro. E' un furto anomalo, messo a segno da qualcuno che forse si spaventa del clamore suscitato. Certo e' - che nei giorni successivi - alle indagini si accompagnano le veglie, le preghiere, le offerte votive: tutti, compresi i detenuti di Regina Coeli, chiedono che il Bambinello torni a "casa", ad assolvere il compito che la tradizione gli assegna: restituire la salute ai malati. La leggenda vuole infatti che nel '400 un frate francescano, a Gerusalemme, raccolga un pezzo di legno d'ulivo nell'Orto dei Getsemani e - colto da improvvisa ispirazione - intagli la figura a grandezza naturale di un neonato: incapace di dipingergli il volto, prima di addormentarsi chiede aiuto agli angeli e il mattino, dopo, al risveglio, trova la statua dipinta e avvolta in fasce dorate. "Scampato" al naufragio della nave che avrebbe dovuto portarlo a Roma, il Bambinello approda lo stesso - miracolosamente - su una spiaggia del Tirreno e da li' all'Ara Coeli, dove diventa immediatamente un'icona del culto popolare. Gli investigatori lo hanno cercato ovunque, anche all'estero, ma ad oggi non ne hanno trovato tracce sicure. "Il Bambinello dell'Ara Coeli - spiega Mancino - e' stato rubato tante volte nel corso della storia ed e' sempre tornato. Pensiamo che sia ancora a Roma e che anche questa volta tornera' presto a casa".



ECCE HOMO - Nel luglio del 1974, dal Museo Broletto di Novara sparisce un piccolo olio su tavola, 45 centimetri per 36, Ecce Homo, dipinto da Antonello da Messina. Non verra' mai piu' trovato.

Come la Madonna dell'Orto, una tempera su tavola di Giovanni Bellini datata 1480, rubata a Venezia nel 1993 nella omonima, solitaria e monumentale chiesa gotica dell'Orto che sorge all'estremo lembo nord del sestiere di Cannaregio, e dove e' sepolto il Tintoretto.
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Nell'aprile del 1975 scompare da un'abitazione privata di Milano l'olio su tela Sacra Famiglia e San Giovannino, di Benvenuto Tisi detto il Garofalo dal paese di origine del padre, e che talvolta firmava le sue tele con un piccolo garofano rosso.

Stessa sorte tocca alla sanguigna su carta (24 per 17 centimetri) rappresentante San Giovanni Battista, di Leonardo da Vinci: il furto risale al maggio 1973, il museo "violato" e0 il Museo Baroffio di Varese.


la grande tela di Nicolas Poussin - uno dei massimo esponenti del classicismo barocco -, il Martirio di Sant'Erasmo, rubata a Garlenda, in provincia di Savona, nella Chiesa della nativita' di Maria nel settembre del 1979



"Volatilizzato" la Madonna del Cucito, tela di Francesco Cozza trafugata a Molfetta, nella chiesa di San Bernardino: e' l'agosto del 1970. Cozza, gregario del Domenichino, realizzo' il quadro durante un suo soggiorno a Napoli: lo studio dettagliato della sua Madonna nella redazione conservata a Molfetta aveva indotto alcuni critici a parlare di "miracolo artistico nella originalita' di quelle biancherie, di quegli spigoli e piani inclinati, di quei cincischi a dorso di conchiglia, apparenze di manierismo nordico e dureriano che definivano un'ampia quota di autonomia dallo stile del Domenichino".

LA DAMA DI KLIMT - Un filo fatto scendere dal lucernario, un gancio e via: come nel film "Topkapi", storia del furto del pugnale costellato di smeraldi custodito nel museo di Istanbul. Il "Ritratto di donna" di Gustav Klimt, olio su tela di 68 per 55 centimetri databile tra il 1916 e il 1917, scompare dalla Galleria d'arte moderna "Ricci Oddi", nel pieno centro di Piacenza, il 21 febbraio '97 ma i custodi se ne accorgono e lanciano l'allarme solo il giorno dopo: la Galleria pochi giorni dopo deve chiudere per dei lavori di restauro e il quadro di Klimt e' tra quelli destinati ad essere esposti a fine primavera in una mostra a Palazzo Gotico. Qualcuno deve aver creduto che il quadro che la tela fosse tra quelle gia' "impacchettate". Comprato nel '25 per 30mila lire, il "Ritratto di donna" - spiegano gli esperti d'arte - ha ormai una quotazione di mercato di "almeno 5 miliardi" ma e' "troppo noto per essere venduto": la pista obbligata non puo' che essere quella di un furto su commissione da parte di un appassionato disposto a tutto. L'opera, tra l'altro, nasconde un "mistero": e' stata dipinta sopra un'altra, un "Ritratto di ragazza", eseguito dallo stesso Klimt nel 1910, che i critici d'arte di tutto il mondo davano per scomparsa. Fino a quando - nel maggio '96 - se ne accorge una studentessa 19enne del Liceo artistico sperimentale di Piacenza, impegnata in una ricerca.

3 commenti:

Ginger ha detto...

Per fortuna che 2006 furono ritrovate le opere rubate di Munch e pure in buone condizioni.
Prima o poi si ritrova tutto ;)che siano rubate o perse :)

ciau e buona giornata!

Anonimo ha detto...

Come "operatore" del settore posso dire che in questa rubrica ci sono una serie di inesattezze che vale la pena segnalare: le elenco in ordine: L'Antonello da Messina pubblicato non è quello realmente rubato perchè la foto mostra la tavola conservata presso la Galleria Alberoni di Piacenza; la sanguigna di Leonardo non ha nulla a che vedere con l'olio in foto, così come anche il martirio di Sant'Erasmo del Poussin: Il vero quadro rubato mostra il martire a destra, e i personaggi sono disposti in modo completamente diverso; per quanto attiene invece al Cozza, non esiste una foto a colori dell'opera trafugata a Molfetta, quindi è stata pubblicata la foto di una delle repliche presenti sul territorio che però differiscono tutte da quella pugliese per diverse varianti, e per finire...la tela del Garofalo è stata recuperata dai carabinieri il 3 giugno del 2003.

Anonimo ha detto...

Ringrazio per la segnalazione... Ripresi un articolo comparso su un sito istituzionale, mi sembra...
E' passato del tempo,...certamente lei ha ragione.
Segnalo: http://www.ilcollezionistain.it/curiosita0605.htm

Resta il fatto che nonostante la lotta splendita ed efficace dell'Arma dei Carbinieri molti dei notri beni culturali varcano le frontiere.
Ringrazio nuovamente per la segnalazione. N.