o tu mio io,
come io te,
io sarei senza tristezza.
Ma che tu non mi consideri degno,
è ciò che tanto mi affligge.
A tutte io te sola
antepongo:
te lo giuro
per lo splendore aureo di Febo,
per il dolce ardore del dio Cupido.
A te sola voglio bene.
Tu non puoi aiutarmi,
perchè non voglio staccarmi
dalla bellezza
che in te dimora
e che induce chiunque
a essere devoto.
Non vedi come piango
e a causa tua,
o mia bellezza,
sembro quasi inconsolabile ?
Tu vedi, ma non curi
che nessuno fuori di te mi può consigliare.
Ah, lasciati persuadere,
mio unico uno,
da questa pena
che io tante volte ho sofferta !
fa', o cuore, fà dunque
che io mi rallegri dopo il tormento.
Considerato uno dei più grandi talenti della letteratura tedesca Paul Flaming naque in Sassonia ad Hartenstein nel 1609 e morì ad Amburgo del 1640.
Nel 1633 si laureo in filosofia nell'Università di Lipsia. In seguito partecipò come segretario all'avventurosa spedizione in Persia organizzata dal prof. Adam Olearius, per consto di Federico III di Schleswing-Holstein-Gottorf.
Nel 1640 si laureo anche in medicina ma durante il viaggio che avrebbe dovuto portarlo a casa, a Reval, in Estonia, fu colpito da una infezione polmonare e morì.
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