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Nell’Introduzione, il Papa ricorda che “la carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa”.
D’altro canto, dato “il rischio di fraintenderla, di estrometterla dal vissuto etico”, va coniugata con la verità.
E avverte: “Un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali”. Lo sviluppo ha bisogno della verità. Senza di essa, afferma il Pontefice, “l’agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società”.
Benedetto XVI si sofferma su due “criteri orientativi dell’azione morale” che derivano dal principio “carità nella verità”: la giustizia e il bene comune.
Ogni cristiano è chiamato alla carità anche attraverso una “via istituzionale” che incida nella vita della polis, del vivere sociale.
La Chiesa, ribadisce, “non ha soluzioni tecniche da offrire”, ha però “una missione di verità da compiere” per “una società a misura dell’uomo, della sua dignità, della sua vocazione”.
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