Negli anni di maggior risveglio dell'impressionismo, quando Monet, Pissarro, Sisley e molti altri, collocato il cavalletto sulle sponde della Senna o in mezzo ai campi assolati, studiavano appasionatamente il plein air tentando di restituire cromaticamente le loro visioni accecanti, in questi anni di luce e di natura all’aperto, un pittore cercava le ombre della città, a Montmartre. Da tale punto di osservazione studiava i passanti e non la luce che li illuminava ma i loro tratti indovinandone spietatamente i caratteri.
Se gli impressionisti erano tutti tesi a carpire nella natura le vibrazioni luminose e a renderne analiticamente ogni tonalità, egli al contrario cercava la sintesi estraendo la quintessenza di un ambiente elaborando dei tipi.
Questo pittore, Toulouse – Lautrec – illustratore della vie moderne baudeleriana, feroce caricaturista e nello stesso tempo dolorosa caricatura delle ville lumiere – Non esiste alcun ‘’ismo’’ in cui egli possa rientrare interamente e trovarvisi a suo agio: non l’impressionismo di Monet, ne il Sintetismo dei seguaci di Gauguin, ne l’Art Nouveau, nel senso che questi tre movimenti – ai quali egli sarà pur legato – non sono sufficienti a dare di lui una definizione esauriente.
(dal saggio di Margherita d’Ayala Valva e Alessander Auf der Heyde)
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