Come spesso accade , il termine che definisce il movimento (cubismo) è occasionale.
Nel 1908 Matisse aveva negativamente giudicato composte da “ piccoli cubi “ alcune opere di Braque e l’anno successivo Luis Vauxcelles, lo stesso critico che aveva coniato la parola favue , parlò di “ bizzarrie cubiste”.
Da allora le tele dipinte in quegli anni da Picasso, da Braque e da altri vennero chiamate cubiste.
Il cubismo era nato ufficialmente.
Braque
In realtà al cubismo si era giunti gradualmente, per esigenze profonde, ad opera dello studio tenace e continuativo di Picasso e Braque, al di fuori di ogni programma preordinato : ‘’ quando abbiamo inventato il cubismo – dice Picasso – non avevamo per niente l’intenzione di inventare il cubismo, ma di esprimere tutto ciò che era in noi ‘’.
Il punto di partenza quindi era ancora quello di opporsi alla meccanica riproduzione del reale e alla presunta superficialità di osservazione dell’impressionismo, per rendere invece il proprio modo di interpretare il mondo esterno che doveva essere capito, non soltanto visto.
Per comprendere come si giunge alla nascita del cubismo è necessario riflettere sul fatto che già in seno all'impressionismo c'era stato chi aveva tentato di superare la fugacità dell'impressione visiva per raggiungere , attraverso la sintesi, la solidità costruttiva della forma e quindi la durata di essa nella coscienza : è la lunga, solitaria ricerca di Cézanne, che arriverà progressivamente ad abolire la resa di spazi e volumi mediante le norme prospettiche con la tradizionale convergenza delle linee nel punto di fuga e con la diminuzione proporzionale delle grandezze, sostituendovi la scomposizione dei volumi e l'accostamento in superficie delle loro facce, secondo un procedimento antichissimo ( già usato dagli antichi egizi e dai greci arcaici) che ci permette di vedere l'oggetto rappresentato contemporaneamente da più punti di vista.
(ripensando Piero Adorno e ''Il Novecento ... dalle avanguardie storiche ai giorni nostri)
Nessun commento:
Posta un commento