Claude Monet |
Nebbia
Quelli
che in questa casa riposano, non credo
sappiano
dove sono.
Fumo
Sono
stati qui a lungo,
hanno
respinto il bosco che circondava casa,
l’hanno
diviso in due tracciandovi un sentiero.
Nebbia
Però
dubito ancora sappiano dove vivono.
Mai,
temo, lo sapranno. Il sentiero è un conforto,
per
questo lo mantengono: possono visitare
altri
che come loro sono smarriti e ai quali
sentirsi
vicini, non nello spazio ma nelle difficoltà.
Fumo
Io
sono lo spettro vigile del fumo
che
uscendo dal camino si piega in un verso
o
nell’altro alla luce delle stelle.
Non
voglio che si disperi della loro felicità.
Claude Monet |
Nebbia
Nessuno
– non io, certo – li darebbe per persi
solo
perché non sanno dove sono.
Io,
la copia più umida del fumo, a notte esalo
dal
suolo del giardino, ma non salgo più in alto
delle
piante. Solo ovatto il paesaggio. Ecco
chi
sono. Non più estranea di te al loro destino.
Fumo
Avranno
ormai imparato la lingua dei nativi.
Perché
non domandano a loro dove sono?
Nebbia
Lo
fanno spesso, ma nessuno
ne
sa più di loro. Lo chiedono perfino
ai
filosofi che li osservano dal pulpito.
Domandano
a chiunque si possa domandare –
con
la profonda fede che l’esperienza fatta
prenderà
fuoco a illuminare il mondo.
Apprendere
fu parte della loro religione.
Claude Monet |
Fumo
Se
verrà mai il giorno che sapranno
chi sono
capiranno
anche meglio dove sono.
Ma
chi sono è difficile da credere –
per
loro e per il mondo che li guarda.
Sono
troppo improvvisi per essere credibili.
Nebbia
Ascoltali,
nel buio bisbigliano parlando di domani
e
di quel che sarà. Hanno spento la luce,
non
i loro pensieri. Fingiamo che le gocce
di
rugiada stillanti dalla gronda siamo noi
che
origliamo la loro insonnia inquieta –
nebbia
e fumo che origliano una bruma –
e
forse riusciremo a distinguere il basso dal soprano.
Meglio
di fumo e nebbia chi potrebbe apprezzare
lo
spirito affine di una bruma interiore?
.
Claude Monet |
Nessun commento:
Posta un commento