Nella Germania del 
neocapitalismo  rampante, il giovane borghese Hans Schnier decide di 
fare il clown di  professione, per assicurarsi una sorta di zona di 
sicurezza ideologica,  compromessa il meno possibile con poteri forti e 
piccoli che paiono  ormai non avere più limiti.
E' una scelta 
difficile e rischiosa, che gli  fa perdere l'amatissima compagna Maria, 
troppo "regolare" e timorata  per stargli accanto, e che lo riduce 
infine in una sorta di sottosuolo  spirituale, da lui praticato nella 
disperazione immedicabile di una  solitudine assoluta.
Scritto nel 1963, Opinioni di un clown è forse il  romanzo più cupo e più "impegnato" che Heinrich Böll abbia mai scritto.
La
 disumanità di una popolazione che nella rincorsa affannosa del  
profitto ha trovato il miglior narcotico per tacitare i forti, quasi  
insostenibili, sensi di colpa che la storia recente avrebbe dovuto  
ispirarle, risalta, a fronte del miserando destino di Hans, in tutto il 
 suo terribile rilievo. Nella società tedesca dei primi anni Sessanta 
non  c'è rimorso perché non c'è memoria, né cultura.
E lo stile 
asciutto di  Böll, del tutto privo del benché minimo compiacimento 
lirico o effusivo,  ci colpisce col ritmo martellante di un atto 
d'accusa inappellabile,  dal quale non possiamo non sentirci toccati un 
po' tutti: all'Orrore  della prima metà del secolo, sembra dire lo 
scrittore, subentra nella  seconda l'Indifferenza, altrettanto ottusa, 
altrettanto micidiale; e il  povero clown inutilmente ribelle può ben 
assurgere a rappresentante di  una serie infinita - e sommersa - di 
vittime innocenti.
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Cenni biografici
Heinrich Böll nacque a Colonia nel 1917 e morì nella sua casa di campagna a Bornheim-Merten. Di formazione cattolica, fu costretto dallo scoppio della guerra a interrompere gli studi di letteratura tedesca intrapresi all'Università di Colonia; chiamato alle armi, combatté in Romania e in Russia, finché decise di disertare e attese in un campo di prigionia americano la fine del conflitto.
Ottenuto un impiego statale, nel dopoguerra cominciò a scrivere, manifestando un atteggiamento fortemente critico nei confronti della Germania della ricostruzione e del "miracolo economico".
Contrario alla Nato, ma anche antisovietico, socialista democratico e pacifista, Böll fu sempre in prima linea nelle battaglie civili condotte in Germania, subendo spesso violente rappresaglie polemiche, non tacitate neanche dal premio Nobel, a lui attribuito nel 1972.
A partire dal racconto lungo Il treno era in orario (1949), la sua fama di narratore conobbe un incremento costante sia in patria che all'estero, ed ebbe le sue tappe più importanti nei romanzi Dov'eri Adamo? (1951), E non disse nemmeno una parola (1953), Casa senza custode (1954), Biliardo alle nove e mezzo (1959), Opinioni di un clown (1963), Foto di gurppo con signora (1972), L'onore perduto di Katharina Blum (1974), Assedio preventivo (1979), Cosa faremo di questo ragazzo? (1981).
Da ricordare anche le raccolte di racconti Gli ospiti sconcertanti (1956) e La raccolta di silenzi del dottor Murke (1958), i saggi di Lezioni francofortesi (1966) e il romanzo postumo Donne con paesaggio fluviale (1986).
(fonte - La Repubblica)

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