Ho avuto teatri immensi,
arene, popolari tendoni,
quando gestire il dramma aveva il senso
di una collettiva funzione.
La nuova era ha sommerso
di tele-rumori la civiltà;
un'ignava e matta bestialità
i fogli del Libro ha disperso.
E mi tenta, oggi, la cella appartata
in cui in pochi e per pochi
(o addirittura per l'età futura?)
dire l'epilogo di una morta avventura,
i suoni-traccia di una parola passata.
Perché il linguaggio resista,
sottrarre le schede al Medioevo che avanza;
serbare l'archetipo con monacale pazienza;
farsi - da istrione - archivista.
quando gestire il dramma aveva il senso
di una collettiva funzione.
La nuova era ha sommerso
di tele-rumori la civiltà;
un'ignava e matta bestialità
i fogli del Libro ha disperso.
E mi tenta, oggi, la cella appartata
in cui in pochi e per pochi
(o addirittura per l'età futura?)
dire l'epilogo di una morta avventura,
i suoni-traccia di una parola passata.
Perché il linguaggio resista,
sottrarre le schede al Medioevo che avanza;
serbare l'archetipo con monacale pazienza;
farsi - da istrione - archivista.
Vittorio
Gassman
Edward Hopper - Wikipedia
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La
lettura delle cose di Clelia Mazzini è sicuramente ardua. Misurarsi con
esse vuol dire cercare le parole nei crepacci: favorire il volo della mente,
non opporsi ad esso. Non opporre resistenza. Si parte dal frammento,
che con lei non è mai testo irrelato, scheggia e basta. Non si dà
veramente incompiuto qui, giacché non avrebbe senso affidare a un testo
breve il ‘compito’ di rappresentarci – come riescono a fare bene tutti i
suoi testi – se l’implicito e il presupposto avessero la meglio.
Nessuna reticenza è ammessa. Ognuno di questi testi è parte non solo
dell’opera da cui proviene: ne costituisce un estratto prezioso, direi
quasi strategico; aiuta a disegnare traiettorie di senso. Non si tratta
di brevi folgorazioni e basta. Sempre, in poche righe è chiuso un mondo.
Del tema veicolato si dice tutto. Icasticità e sintesi ed essenzialità e
brevità sono una cosa sola. Né scrittura aforistica né culto del
frammento prevalgono. Gli stessi testi proposti non sono citazione né
‘scheda’ bibliografica – quello che mi ha colpito di più di questo
libro! Clelia
sottolinea parti di testo, mette in corsivo e in neretto intere frasi e
periodi: si appropria del testo stesso, fino a farne cosa solo sua.
L’enfasi cercata è il modo che predilige per dire l’emozione e il
ragionamento. Tra le mosse della ragione, l’ambiente sempre uguale da
anni; le immagini che accompagnano i testi non illustrano quasi nulla.
Stanno lì ad abbellire la pagina, senza nulla aggiungere e in nessun
modo interferendo con il senso. Il suo sito è fatto solo di testi. E’ un
omaggio al Testo.
Imparare a leggere Clelia Mazzini
è espressione che può andar bene per dire di ogni persona che prenda
sul serio la scrittura che occorre trovare il nesso che da testo a testo
conduca da qualche parte, per significare la ricerca della Erörterung,
del ‘luogo proprio’ di essa, che non sta propriamente in un solo testo.
Roland Barthes, discutendo su Sade, Fourier, Loyola, nell’opera che è
stata definita il suo testamento spirituale, ha sentenziato
definitivamente che non c’è nessun segreto da carpire: il segreto è vivere con Sade, Fourier, Loyola.
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Fonte : da ''Imparare a leggere Clelia Mazzini '' di Gabriele De Ritis, Educatore di Exodus
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